From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #3897

Study this Passage

  
/ 10837  
  

3897. GENESEOS 1

CAPUT TRIGESIMUM

Secundum institutum ante hoc caput explicanda veniunt quae Dominus docuit de ultimo judicio seu de ultimus temporibus Ecclesiae apud Matthaeum cap. xxiv. Ante caput praecedens explicata sunt quae ibi a versu 19-22 continentur 2 , nunc sequuntur quae a versu 23-28, nempe, Tunc si quis vobis dixerit, Ecce hic est Christus aut ibi, ne credatis. Surgent enim falsi Christi, et falsi prophetae, et dabunt signa magna et prodigia, ut seducant, si possibile, etiam electos. Ecce praedixi vobis. Si ergo dixerint vobis, Ecce in deserto est, ne exeatis; ecce in conclavibus, ne credatis. Sicut enim fulgur exit ab oriente et apparet usque ad occidentem, ita erit etiam adventas Filii hominis.

Ubicumque enim fuerit cadaver, illic congregabuntur etiam aquilae.

Footnotes:

1. The Manuscript and the First Latin Edition insert Libri.

2. The Manuscript has sunt

  
/ 10837  
  

This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

From Swedenborg's Works

 

Arcana Coelestia #1540

Study this Passage

  
/ 10837  
  

1540. Significato interiore

Le verità storiche della Parola hanno inizio, come è stato detto prima, con il capitolo precedente, il dodicesimo. Fino a quel punto, o meglio, fino a Eber, gli eventi storici narrati non sono realmente accaduti. Nel senso interno, gli eventi storici qui riportati di Abramo fanno riferimento al Signore, e alla sua condizione, prima che l'uomo esterno fosse congiunto con l'interno e fossero uno; cioè, prima che il suo uomo esterno fosse stato reso celeste e Divino. Gli eventi storici rappresentano il Signore; le parole stesse sono significative delle cose rappresentate. Ma essendo fatti storici, la mente del lettore non può che soffermarsi su di essi; soprattutto nel tempo presente, quando la maggior parte delle persone, anzi la quasi totalità, non crede che esista un senso interno e ancor meno che esista in ogni parola. E malgrado il fatto che il senso interno sia stato così chiaramente mostrato finora, essi potrebbero addirittura non riconoscerne l'esistenza, e questo per il motivo che il senso interno sembra ritirarsi così lontano dal senso letterale da non essere riconosciuto in esso. E nondimeno, che questi fatti storici non possono essere la Parola, essi potrebbero saperlo semplicemente dal fatto che quando sono separati dal senso interno non vi è più il Divino in loro come in qualsiasi altra narrazione storica.

Perché è il senso interno che rende Divina la Parola.

[2] Che il senso interno sia la Parola stessa è evidente da molte cose che sono state rivelate, come: Dall'Egitto ho chiamato mio figlio (Matteo 2:15); oltre a molte altre. Anche il Signore stesso, dopo la sua risurrezione, ha insegnato ai discepoli ciò che era stato scritto di lui da Mosè e dai profeti (Luca 24:27).

Dunque non c'è nulla di scritto nella Parola che non riguardi il Signore, il suo regno e la chiesa. Queste sono le cose spirituali e celesti della Parola. Ma le cose contenute nel senso letterale sono per lo più mondane, corporee e terrene; il che non può costituire la Parola del Signore. Nel tempo presente gli uomini sono di un'indole tale da non percepiscono altro che cose del genere. E difficilmente conoscono le cose spirituali e celesti. Diversa era la disposizione degli uomini della chiesa antichissima e della chiesa antica; questi, se avessero vissuto nel tempo presente e avessero letto la Parola, non si sarebbero minimamente soffermati sul senso letterale, che avrebbero considerato come nulla, ma avrebbero avuto riguardo per il senso interno. Essi si stupiscono assai del fatto che chiunque percepisca la Parola in qualsiasi altro modo. Tutti i libri degli antichi furono perciò scritti in modo da avere nel senso interno un significato differente da quello letterale.

  
/ 10837  
  

Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.