Од делата на Сведенборг

 

Arcana Coelestia #2395

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2395. ‘Quia perdentes nos locum hunc’: quod significet quod status mali in quo erant, damnaret eos, constat a sensu ‘perdere’ cum praedicatur de Domino, quod in significatu interno sit perire a malo hoc est, damnari; tum a significatione ‘loci’ quod sit status mali, n. 2393. Multoties in Verbo occurrit quod ‘Jehovah perdat’, sed in sensu interno intelligitur quod homo semet perdat, Jehovah enim seu Dominus nullum perdit, sed quia apparet sicut foret a Jehovah seu Domino, quia omnia et singula videt, et omnia et singula regit, ita passim locutum est in Verbo ob causam ut inde homines teneantur in communissima idea, quod omnia sub oculis Domini sint, et omnia sub Ipsius auspicio, in qua idea cum primum tenentur, dein possunt facile instrui; explicationes enim Verbi quoad sensum internum, non sunt nisi quam singularia quae communem ideam elucidant: causa etiam est quod qui in nullo amore sunt, teneantur in timore, et sic vereantur Dominum et ad Ipsum propter liberationem fugiant; inde patet quod nihil noceat quod credatur sensui litterae, tametsi internus aliud docet, modo illud fiat ex simplici corde; sed de his plenius in sequentibus ad vers. 24, n. 2447, ubi dicitur quod ‘Jehovah pluere fecit super Sodomam et Amoram sulphur et ignem’; tantum abest ut angeli quia in sensu interno sunt, cogitent quod Jehovah seu Dominus aliquem perdat, ut solam ejus rei ideam non sustineant, quare cum haec et similia in Verbo ab homine leguntur, rejicitur quasi ad tergum sensus litterae, et abit tandem in illum, quod ipsum malum sit quod perdit hominem, 1 et quod Dominus neminem perdat, ut constare potest ab exemplo, de quo n. 1875.

Фусноти:

1. The Manuscript inserts et sic damnat illum. This should probably have been deleted for it continues et quod Dominus neminem perdat, minus damnet, quia nihil nisibonum ab Ipso. From minus to Ipso is then deleted.

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

Од делата на Сведенборг

 

Arcana Coelestia #1783

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1783. Significato interiore

Le cose che sono qui contenute sono – come è stato detto prima – verità storiche,

vale a dire, che Jehovah parlò così con Abramo e che la terra di Canaan gli fu promessa in eredità; che gli fu comandato di prendere una giovenca, una capra, un montone, una tortora e una piccione; che un rapace piombò sui corpi; che cadde in un sonno profondo; che piombò in una grande angoscia; e che quando il sole era tramontato egli vide una sorta di fornace fumante e una fiaccola ardente tra le parti degli animali; oltre agli altri eventi storici. Queste sono verità storiche; e nondimeno ciascuna di esse e tutte nel loro insieme, anche il minimo particolare, ha una valenza rappresentativa; e le stesse parole con le quali sono state scritto, anche il più piccolo iota, sono significative. Vale a dire che in ciascuna e tutte queste cose c'è un senso interno; perché ciascuna e tutte le cose contenute nella Parola sono ispirate, ed essendo state ispirate non possono che essere da un'origine celeste; cioè, esse devono necessariamente contenere nel loro intimo cose celesti e spirituali, altrimenti non potrebbe essere la Parola del Signore.

[2] Queste sono le cose contenute nel senso interno; e quando questo senso è aperto, il significato lettera viene dismesso, come se non fosse nulla. D'altro canto, quando l'attenzione si sofferma unicamente sul significato storico o letterale, il senso interno si è annichilito, come se non ci fosse. Questi due sono legati come luce celeste e la luce del mondo; e per converso, come la luce del mondo alla luce celeste. Quando appare la luce celeste, la luce del mondo è come densa oscurità, come mi è stato dato di conoscenza per esperienza. Ma quando qualcuno è alla luce del mondo, qualora apparisse la luce celeste, sarebbe come densa oscurità. Lo stesso vale per la mente umana: a colui che riconduce ogni cosa alla sapienza umana, o alla conoscenza mondana, la sapienza celeste appare come qualcosa di oscuro; e a colui che è nella sapienza celeste, la sapienza umana è come un sorta di oscura indefinita che, se non vi fossero i raggi celesti, sarebbe come densa oscurità.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.