from the Writings of Emanuel Swedenborg

 

Arcana Coelestia #5063

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5063. GENESEOS CAPUT QUADRAGESIMUM

Ante caput praecedens xxxix explicata sunt quae Dominus locutus est de judicio super bonos et malos, apud Matthaeum [xxv]

34-36; sequuntur nunc haec: Tunc respondebunt Ipsi justi, dicentes, Domine, quando Te vidimus esurientem et aluimus Te, aut sitientem et potavimus quando vero Te vidimus peregrinum et collegimus, aut nudum et amicivimus? quando vero Te vidimus aegrotum, aut in carcere et venimus ad Te? sed respondens Rex dicet illis, Amen dico vobis, Quartum fecistis uni horum fratrum Meorum minimorum Mihi fecistis. Tunc dicet etiam iis qui a sinistris, Discedite Me maledicti in ignem aeternum, paratum diabolo et angeli ejus; esurivi enim et non dedistis Mihi edere, sitivi et non potastis Me, peregrinus fui et non collegistis Me, nudus et non amicivistis Me, aegrotus et in carcere et non visitastis Me. Tunc respondebunt Ipsi etiam isti, dicentes, Domine, quando Te vidimus esurientem aut sitientem, aut peregrinum, aut nudum, aut aegrotum, aut in carcere, et non ministravimus Tibi? tunc respondebit illis, dicens Amen dico vobis, quantum non fecistis uni istorum minimorum neque Mihi fecistis: et abibunt hi in poenam aeternam, at justi in vitam aeternam, Gen. 40:37-46.

  
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This is the Third Latin Edition, published by the Swedenborg Society, in London, between 1949 and 1973.

from the Writings of Emanuel Swedenborg

 

Arcana Coelestia #1783

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1783. Significato interiore

Le cose che sono qui contenute sono – come è stato detto prima – verità storiche,

vale a dire, che Jehovah parlò così con Abramo e che la terra di Canaan gli fu promessa in eredità; che gli fu comandato di prendere una giovenca, una capra, un montone, una tortora e una piccione; che un rapace piombò sui corpi; che cadde in un sonno profondo; che piombò in una grande angoscia; e che quando il sole era tramontato egli vide una sorta di fornace fumante e una fiaccola ardente tra le parti degli animali; oltre agli altri eventi storici. Queste sono verità storiche; e nondimeno ciascuna di esse e tutte nel loro insieme, anche il minimo particolare, ha una valenza rappresentativa; e le stesse parole con le quali sono state scritto, anche il più piccolo iota, sono significative. Vale a dire che in ciascuna e tutte queste cose c'è un senso interno; perché ciascuna e tutte le cose contenute nella Parola sono ispirate, ed essendo state ispirate non possono che essere da un'origine celeste; cioè, esse devono necessariamente contenere nel loro intimo cose celesti e spirituali, altrimenti non potrebbe essere la Parola del Signore.

[2] Queste sono le cose contenute nel senso interno; e quando questo senso è aperto, il significato lettera viene dismesso, come se non fosse nulla. D'altro canto, quando l'attenzione si sofferma unicamente sul significato storico o letterale, il senso interno si è annichilito, come se non ci fosse. Questi due sono legati come luce celeste e la luce del mondo; e per converso, come la luce del mondo alla luce celeste. Quando appare la luce celeste, la luce del mondo è come densa oscurità, come mi è stato dato di conoscenza per esperienza. Ma quando qualcuno è alla luce del mondo, qualora apparisse la luce celeste, sarebbe come densa oscurità. Lo stesso vale per la mente umana: a colui che riconduce ogni cosa alla sapienza umana, o alla conoscenza mondana, la sapienza celeste appare come qualcosa di oscuro; e a colui che è nella sapienza celeste, la sapienza umana è come un sorta di oscura indefinita che, se non vi fossero i raggi celesti, sarebbe come densa oscurità.

  
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Many thanks to Fondazione Swedenborg for making this translating publicly available.